Premia una vita e una personalità straordinaria, solo ora
fissate in un prezioso libro di memorie, l’ “Alghero Donna” per la letteratura di
quest’anno. Elda Mazzocchi Scarzella, la vincitrice oggi novantaquattrenne, lo
ha accolto con un sorriso sabato scorso ad Alghero, meritando ancora una volta quel
nomignolo di “milanese di ferro” con il quale tanti la conoscono. Perché è stata
proprio lei, dopo decisive esperienze giovanili, a fondare nella Milano ferita
del secondo dopoguerra, il famoso “Villaggio della madre e del fanciullo”,
insostituibile centro d’accoglienza per quelle che allora (1945) venivano
definite rispettivamente “ragazze madri”
e “figli della colpa”.
Il volume premiato, “Percorso d’amore”, racconta e ricorda,
tutto questo. Universo femminile non a caso pubblicato da Giunti, che dedica da
quindici anni una collana, Astrea, a quelle pagine che hanno per protagoniste o
autrici le donne. Una scelta indovinata, voluta e curata da Roberta Mazzanti,
cui non mancano decisamente i numeri del successo. Degli oltre sessanta titoli,
basterà ricordare “Io mi chiamo Rigoberta Menchu” (il Nobel del ’92), “Nuvolosità
variabile” di Carmen Martin Gaite (di nuovo in arrivo in libreria con “Lo
strano è vivere”), “In fuga” di Anne Michaels... Migliaia di copie vendute per
loro, ed ora, per la Scarzella, questo premio.
Che altro ? Un’anticipazione : con un fondo
ottenuto grazie alla vendita degli altri libri della collana, uscirà sempre in
questo mese un volume con racconti, saggi, testimonianze di donne afghane che
vivono ancora nel loro Paese o sono state costrette all’esilio. Perché non c’è
dubbio che l’altra metà del cielo sia spesso la più difficile.
Rita Guidi
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