- afferma Bill Gates - Induce
persone intelligenti a credere di non poter sbagliare ed è una guida
inaffidabile per il futuro.”
Bill Gates è il celeberrimo miliardario americano
proprietario della Microsoft ( o quello di ‘windows 95’ se preferite); quanto
alla sua affermazione, potete leggerla a pagina 49 del suo volume “La strada che porta a domani” (edizione
italiana di “The road ahead” pubblicata dalla Arnoldo Mondadori Editore).
Curiosa riflessione per un uomo decisamente di successo, e
curioso titolo, anche, dal momento che la strada a cui Gates si riferisce è
quella dell’universo vituale informatico; universo che però non di percorsi
preferisce definire, ma di ‘scambi’: ‘mercato’, quindi, per dirlo in una sola
parola.
Le infinite autostrade informatiche, la rete Internet o
quant’altro, traggono in inganno, dice,
nel far pensare a viaggi o luoghi geografici. Che invece sono annullati.
Nessuna distanza (se non quella ‘virtuale’ appunto...) si interpone tra Los
Angeles o Tokio come tra Parma o le Haway.
La Rete è allora piazza, mercato, libreria, “il grande magazzino più importante del mondo”.
Gates parla di questo grande magazzino. Ne illustra
‘architetture’ e occasioni, ‘imbrogli’ e funzionamenti a quelli che ne saranno
i futuri frequentatori. E cioè tutti noi. Nell’azzardare i tratti di questo mega-store e nell’individuare
nell’intero globo (verrebbe da dire universo) la potenziale ‘clientela’, Gates
traccia però l’idea di un futuro che è innanzitutto suo.
Con questo non vorremmo dire che si tratta di una previsione,
come dire?, interessata, da parte di chi produce componenti essenziali a questo
tipo di sviluppo. No: Gates
per tono e personalità è prudente e accorto, alla fine simpatico.
Piuttosto, emerge evidente la necessità di sottolineare che
queste ipotesi sono appunto solo ipotesi. E, ancora, che sono assolutamente le
‘sue’ ipotesi. Nonostante le premesse, infatti (“Chi si aspetta un’autobiografia...resterà deluso...come anche chi spera
di leggere un saggio tecnico”) il volume ha toni troppo personali per essere definito, come fa l’autore, un semplice contributo al dibattito.
Questa ‘strada che porta al domani’ , infatti, inizia proprio
da ieri. Da quando ‘quello di windows
‘95’ era ancora (e pur sempre) ‘quello del computer’: tredicenne studente
pioniere dell’informatica che già scriveva il suo primo programma di software.
Quello che poi, scommettendo sul proprio intuito, abilità e fortuna, fonderà
ventenne la Microsoft con il compagno di scuola Paul Allen.
Percorso di una personalità attenta, allora, più che da ‘mitico’ self-made-man , Gates intreccia poi il proprio io e il proprio
mondo con la propria immaginazione. La rivoluzione informatica e le sue
applicazioni; l’industria dei computer e i vantaggi per il mondo del lavoro
ecc. ecc (come potrebbe essere o come la vorrebbe?)... Con una consapevolezza
(vedi sopra...) che dovremmo ritenere inconsueta in un uomo di successo: “Questo si propone di essere un libro serio,
ma tra dieci anni potrebbe non sembrare tale - insiste - Di quello che dico, ciò che si sarà
rivelato giusto verrà considerato ovvio e ciò che risulterà sbagliato ridicolo.”
Sapremo insomma, se il mondo virtuale sarà una strada perduta
o un grande (grandissimo) mercato.
Rita
Guidi