domenica 20 gennaio 2019

AIRONFRIC (M.MONINA) di Rita Guidi


Aironfric. Come iron-freak. Ma in versione
 scrivi-come-parli. Che poi è la stessa di tutto il libro : “Aironfric” appunto (Strade Blu - Mondadori, 107 pagg.), di Michele Monina.
Sgrammaticato (quindi), demenziale, impossibile, provocatorio, il romanzo (continuiamo a chiamarlo così ?) ha un precedente illustre che salta agli occhi. Poche righe ed è impossibile non pensare a quel “Push - la storia di Precious Jones” di Sapphire, che tanto successo-scalpore ha avuto solo ieri negli States e poi da noi.
Altro spessore, là. Però stesso stile.  Un verismo buffo, scelto in quel caso per enfatizzare certa emarginazione metropolitana, e che qui ritorna, senza tragedie, per dirci una storia fantassurda ma vicina a certa vita.
 “che per farvi capire la situazione - si legge in prima pagina - forse è necessario fare un passo indietro come da tradizione che ancora non avete tutto il quadro davanti agli occhi questo è chiaro e allora ecco le presentazioni di rito che io sono paride paride trotti almeno per ora che tra un po’ per tutti sarò sonia questo il mio nuovo nome che ho scelto sonia come sonia braga”.
Insomma prendete un grasso, grassissimo protagonista (tale Paride Trotti di Ancona...), che però vorrebbe essere...una magrissima protagonista (“sonia braga ma anche cheit moss”), desiderosa  per di più di passeggiare lungo strade notturne ; trasformatela, nel corso del racconto, e per un’operazione sbagliata, in  un corpaccione d’acciaio ( ! ! !) assetato di vendetta, e avrete questo libro.
Che poi è anche un “rap”, o un “videogame”...
Contaminazioni. E’, e forse sarà sempre di più questa la parola chiave di certa scrittura. Che (ci) piaccia o no.
Non è un caso che il trentenne autore, disegnatore con Roberto De Angelis di Nathan Never, stia preparando una versione a fumetti di questo Aironfric destinata alla Francia. O che sia a traccia di Frankie hi-nrg la controcopertina che riassume l’avventura di questo nonsuper-noneroe.
Che però tenta un finale catartico-grottesco, veristicamente buffo. Kitsch. Emozione certo non di bellezza, ma libera, contaminata comunicazione. Scritta.

                                         Rita Guidi