mercoledì 8 maggio 2019

SCULTURE VEGETALI (GIN REBAUDI BRAGA) di Rita Guidi


Risultati immagini per bambuFoglie ? Sugheri ? Agavi ? Bambù ? Il dubbio è lecito quanto la certezza, assistendo alla performance verde di Gin Rebaudi Braga.Nulla a che fare con la pur suadente magia di qualsivoglia giardino o lo splendore accesso di accostamenti e florescenze, la natura ci svela, grazie al suo estro, un segreto nuovo : perché insegue il linguaggio dell’arte, in queste “sculture vegetali” ; titolo, appunto, della sorprendente mostra, ospitata presso la Galleria Niccoli (fino a venerdì), e organizzata in collaborazione con la Società Italiana Birdgarden.
Risultati immagini per agaveUn modo forte, per dire che l’espressione artistica contemporanea, sempre esigente di nuovo, può contare da ora su un materiale inedito. Sul gioco estetico, effimero ma non troppo, di una natura snaturata con eleganza dai luoghi comuni dello sguardo ; eppure gradevole e nostra, per l’alto contenuto, comunque, di deja-vù.Foglie esatte di agave invitano a un’esplosione di  bellezza, zucche aggrovigliate e contorte ammiccano a un amplesso o inventano una catena, sugheri tranciati di materia suggeriscono l’infinito, la fuga di un fiore da un verde e tondo cespuglio accenna all’astratto, e il bambù, esatto come diametri, traspare in un gioco optical.
Tutto è, insomma, conosciuto e nuovo. Ricetta estraniata di fine Novecento, che poggia sulla base immediata di un’idea, vi unisce una lunga esperienza delle cose e la compone di accostamenti nuovi : Gin Rebaudi Braga lavora così. Qualche mese di prove (tra schizzi e prototipi) per questa dozzina di sculture, dopo il desiderio di un istante, e lo studio di anni.  Dimostratrice e insegnante pluridiplomata e pluripremiata di composizione floreale (tiene corsi, appunto con la SIB, anche nella nostra città) e autrice di manuali e libri in proposito, ha tradotto così un’altra sua esperienza ed esigenza. E svelato un altro (l’ultimo ?) segreto, nell’invitarci a non scegliere più, se si tratti di scultura o natura.

                                    Rita Guidi