venerdì 1 marzo 2019

IL SORRISO DEGLI DEI (S.NIEVO) di Rita Guidi

La narrazione si rincorre a vortice nel gorgo dei nomi. E lì affonda.  Troppo cerebrale ciò che dovrebbe essere suggestivo, troppo accelerato e denso il grumo del tempo, che invece dovrebbe scorrere più parco nei secoli in cui si dipana la storia.
Romanzo fatale ma non fatato, allora, questo “Il sorriso degli dèi” , pubblicato ora da Marsilio.
L’autore è Stanislao Nievo : quello de “Il prato in fondo al mare” (vincitore del Campiello nel 1975), e de “Le isole del Paradiso”, (Premio Strega nel 1987). Soprattutto, l’autore, così come il protagonista, è ( e si sente, e in questo caso però ne è forse il limite) un viaggiatore.
Autenticamente e letterariamente a caccia di orizzonti e di tracce che indichino finalmente la bussola del vivere ; i cenni di un ordine, sulla via del ritorno, nel caos della vita.
 O nel suo deserto. Chè la storia inizia e si conclude lì, nella calura infinita e simbolica che raccoglie insieme realtà e miraggi.
In quel deserto è un aereo caduto. E una morte. Come altre morti, precedenti e lontane di secoli, forse già scritta. Sognata o presentita in un continuo gioco di pensieri trasognati e visionari.
Il romanzo è questo. Duecentododici pagine di questo. Inseguendo caparbiamente il gioco senza dimensioni del destino, abbandonandosi (cerebralmente) al sorriso di quegli dèi che dall’orizzonte delle cose già scritte, attendono gli stessi gesti dagli stessi nomi.
I nomi : “nomina non solum consequentia sed etiam origo rerum”, è la frase che si legge più volte nel romanzo.
I nomi sono già il destino, insomma. Come lo sono qui quelli di Flora, di Ippolito, del viaggiatore, appunto.
Eredi contemporanei e di sangue, di vicende accadute ottocento e, di nuovo, cento anni prima. Non più cavalli o navi, dunque, nel loro mondo, ma aerei, tecnologia, computer. Anche questi utili, tra ricerche cyberspaziali e archeologiche, per ‘collegarsi’ col proprio destino attraverso le reti virtuali del mondo.
(E dev’essere questo - quest’altro viaggio - una recente passione di Nievo, se è vero come è vero, che ha scelto di ‘pubblicare on-line’ su Internet stralci del libro per consentire un gioco di composizione interattivo con i propri lettori).
Se sappiamo guardare qualche volta ci appare il destino. - fa dire Nievo ad un personaggio del romanzo, anche lui parte del continuo gioco simbolico degli animali e degli elementi - Ma bisogna prima superare il vuoto e le sue tempeste.”
E più oltre : “Il destino si svela a tutti per un attimo. Ma guai a guardarlo fisso, impietrisce il cuore...”
Ecco, a volte il problema, per tutti e anche per le parole, è proprio questo.

                                                                                          
                                                                           Rita Guidi