venerdì 12 aprile 2019

LA MATEMATICA SECONDO ROBERTO VACCA di Rita Guidi

“Fermat ? Mi hanno scritto dozzine di persone, pensando di aver dimostrato il suo teorema ! Del resto il suo fascino probabilmente è proprio lì : nel sembrare una sfida per tutti ma nell’esserlo in realtà solo per chi,  in questo ramo della matematica, è davvero specializzato...”
E lui, ad esempio, non lo è. Roberto Vacca, ingegnere e scrittore in perfetto equilibrio tra le due attività, non ha mai ceduto al canto delle sirene di Fermat. Proprio perché il suo campo d’indagine è un altro.
Nessuna “ossessione”, allora ?
“Non proprio. Una qualche nottata su un teorema, che poi ho pubblicato, l’ho passata anch’io. Riguardava la distribuzione delle cifre nelle potenze dei numeri...Ma ne ho almeno altri sette, che so essere veri senza riuscire a dimostrarlo...”
Forse usa fogli dai margini troppo piccoli...
“No, no... - sorride Vacca - ma mi accontento del fatto che siano delle semplici congetture, come si dice tecnicamente. In matematica servono anche quelle.”
Studio ma anche fantasia, poesia, intuizione : la matematica, l’abbiamo detto, è un universo “relativo”.
“Le relazioni matematiche rivelano davvero con estrema esattezza quello che sta succedendo. - spiega Vacca - Io, ad esempio, mi occupo di modelli matematici, ed è possibile immaginare e prevedere quale sarà lo sviluppo di una città in tutte le sue componenti, dal numero delle auto a quello delle diffusioni di epidemie. Ma questa estrema esattezza (delle equazioni) deve fare i conti con i possibili cambiamenti dei fattori in gioco. E quelli sono molto più difficili da prevedere...”
Insomma le equazioni sono sempre esatte, se chi le imposta (variazioni comprese) lo fa in modo corretto e, aggiungeremmo, elegante ?
“Sì. Ma eleganza a parte. - il tono di Vacca non nasconde a questo proposito un sincero scetticismo - E’ vero che spesso le formule migliori sono anche le più eleganti ; però è anche vero  che quest’idea ha fatto non pochi danni. Per Gauss, ad esempio, le teorie dovevano essere belle come cattedrali, e come le cattedrali da pubblicare senza che se ne vedano le fondamenta. Tant’è che ci ha lasciato un preziosissimo quadernetto con risultati così “eleganti” che ci volle un secolo per dimostrarli...”
Ma allora è un vizio. O forse un paradosso. Quello di chi ben conosce Godel : le sue teorie insegnano come si possa dimostrare che uno stesso teorema è vero o viceversa falso. Lo spiega lo stesso Roberto Vacca, in conclusione di uno dei suoi libri dal titolo “Anche tu matematico”.
Righe certamente conosciute anche da suo padre...
“Era un matematico anche lui - ricorda Vacca - Non ha pubblicato molto, ma in compenso ho ancora migliaia di pagine di suoi appunti, teoremi e teorie. Regolarmente con accanto la nota : quod nemo vidit antea, nessuno l’ha mai visto prima.”
Note a margine. (Perché rischiare ?) Spesso è più che sufficiente che sia così.

                                                                                              Rita Guidi