martedì 5 febbraio 2019

LA RETE SECONDO GIANNI RIOTTA - intervista (2) di Rita Guidi


Ritrovare la docilità della tastiera, 
e di nuovo il computer come ‘semplice’ strumento utile, ridiventa all’improvviso una necessità. Seppure immuni (per motivi anagrafici?) da usi inconcepibili o distorti, c’è solo un cenno d’inquietudine nel lanciare in questo spazio un’intervista. Il silenzio della parola scritta, inghiottita dall’universo elettronico, ha davvero una qualche virgola inquietante. Non per la velocità con cui le nostre domande (così come le risposte...) sono assorbite al di là dell’oceano. E neanche per l’assenza di voci: la Rete diventerà presto una sorta di esagerato telefono. L’inganno è nello spazio: nell’assenza di spazio, nel fingere vicinanze. (Nel dissapore implicito del verbo ‘fingere’...). Al termine di questo istantaneo dialogo via e-mail con Gianni Riotta, che abbiamo interpellato quale conoscitore e fruitore della Rete, non solo non possiamo stringerci la mano, ma nemmeno replicare se, noi a Parma e lui a New York, digitiamo la sospensione del collegamento sul nostro terminale. Davvero come se nel nostro mondo potessero entrare tutti e per questo, paradossalmente, nessuno.
Ma ascoltiamo, in proposito, le brevi considerazioni di Riotta ...
* Come valuta il volume di Furio Colombo "Confucio nel computer"?
E' il primo libro che si occupa del tema in modo completo. Cultura, mercato, condizione umana. Colombo usa il computer per guardare al nostro futuro e quel che vede non e' del tutto rassicurante. C'e' il rischio di un paternalismo autoritario, come a Singapore. Un libro da leggere.”

* E, invece, quelli di Gates o Negroponte (o di altro autore legato all'argomento che ritiene opportuno segnalare)?
Nei primi anni Ottanta andavano di moda i libri sull'Intelligenza Artificiale. Doveva diventare concreta, a detta del MITI, il mitico assessorato giapponese alla tecnologia, entro questa decade. Missione fallita. Gates e Negroponte, tra mille cose intelligenti e interessanti sono rispettivamente un piazzista e un ideologo del futuro. Quel che mi insospettisce nel loro lavoro e' che nessuno paga prezzi. Non c'e' rischio, ne' dolore e nella storia nulla avviene in modo indolore.”

* E’ proprio questo l’aspetto più inquietante. Ma allora qual'è la sua personale visione del futuro, in relazione allo sviluppo della Rete ?  Insomma se la Rete non fosse esistita, si sarebbe dovuto inventarla?

Io credo che non ci siano alternative allo sviluppo tecnologico e che l'informazione sia la risorsa del futuro, come il petrolio o l'oro lo sono state per ere passate. Ma chi dominera' Internet, la strada del futuro, non e' chiaro. Le comunita'? IL big business? I militari? Guardi alla Cina dove Internet e' gia' censurata. La prossima battaglia per la democrazia e' nel cyberspazio.”

*  Sulla base della sua esperienza, prevederebbe un futuro americano diverso da un futuro europeo (considerata la differenza di risorse tecnologiche dei due continenti)?

Se la rete esiste e' aspaziale. Ieri ho ricevuto messaggi in tempo reale da Pechino. Quindi non ha senso parlare di Europa e Usa. O la rete e' globale o non e'.”

*  Cosa vede quando si guarda intorno, dentro e fuori la Rete?  Che uso ne fa a livello personale ?  E che uso vorrebbe che se ne facesse ?

Io uso la rete per lavoro e quanto all'uso personale, il bello della vita privata e' che deve restare privata, no?”

Il saluto è sbrigativo e ‘caloroso’, come solo lo può e deve essere quello elettronico. Dall’America On Line è tutto.
                                        Rita Guidi