martedì 25 giugno 2019

LA BELLEZZA DELLE GELOSIE di Rita Guidi

Risultati immagini per gelosie architetturaLe “gelosie” traspaiono forte la loro storia immediata e complessa, solo un poco sbrecciata e sempre più rara, come i muri cui appartengono.
Non a caso è questa l’immagine, una matita con tabarro e fienile di Gaibazzi, che apre come segno e copertina il denso catalogo “Edifici Rurali Storici - metodologie per il recupero”. Catalogo che accompagna una mostra, certo (curata dagli architetti Marco Bennicelli e Giacinta Manfredi), ed anche un convegno (la partecipazione è gratuita, ma da richiedere alla Segreteria Organizzativa Intercontact), su questo nuovo e antico tema, e che avrà luogo domani presso il Centro Congressi S.Elisabetta al Campus Universitario. L’idea, e lo studio, provengono infatti proprio dal Dipartimento di Ingegneria Civile della Facoltà di Ingegneria della nostra Università  (in collaborazione con la Provincia di Parma e col sostegno di numerosi sponsor, tra cui Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Parmalat, Unione Parmense degli Industriali...), sotto il coordinamento degli architetti e docenti Anna Barozzi e Alberto Mambriani.
Una giornata di studio, e con relatori di fama sia italiani che stranieri, ma che è un invito e un inizio, non certo una conclusione. Per dire che uno sguardo storico sul territorio rurale è un’attenzione (e non più una mancanza), e una necessità molto contemporanea.
Ma al territorio, appunto. E già da qui affiora il taglio e la forza di questa prima “tranche” di ricerca.
Per cornice la Provincia di Parma, per oggetto ogni rustico o barchessa, ogni corte o porticato : dopo aver schedato l’esistente, dopo averne restaurato e ripercorso il talvolta ancestrale racconto, ecco già un iniziale, evidente risultato.  L’architettura rurale dialoga profondamente col proprio contorno. Frutto di una radice, e non mattone che isola una residenza umana.
L’edificio è già luogo, oltre che nel luogo, allora. E studiarlo, conoscerlo, interpretarlo, salvarlo, diventa un argomento non ristretto ad un limitato recupero, ma si fa momento di piena tutela dell’intero paesaggio extraurbano.
“Lo studio dei complessi rurali storici - scrivono non a caso in premessa Barozzi e Mambriani - intende porsi come contributo a quello che oggi appare uno dei temi di maggiore interesse strategico della pianificazione territoriale, quello cioè dei metodi possibili di tutela dell’ambiente...in una logica di sviluppo sostenibile delle attività produttive agricole ed industriali, degli insediamenti residenziali, delle infrastrutture di servizio.”
Come dire che occorre fare attenzione alla voglia di nuovo, soprattutto se affianca o demolisce un passato che è ancora presente.
Poi ci sono anche i gesti, certo,  di questa edilizia povera (povera ?) : portali e colonnati, cornici e volte. Funzione non senza ornamento, benchè per ampi spazi pensati magari come stalla. O come fienili. Dalla tessitura muraria “a gelosia”.
Un valore trasparente come un antico ricamo. Si tratta, come è stato fatto e si continua a fare qui, di non perderne il filo.

                                                                                                              Rita Guidi