martedì 16 aprile 2019

ECOSATIRA (R B GALBES) di Rita Guidi


Il problema è serio, ma il modo di affrontarlo no : 
ed è proprio questo che piace.
“Chi ride con noi è già coinvolto - afferma infatti Giorgio Celli - Ha già superato il confine del disinteresse, e sarà quasi costretto, malgrado lui, a pensare sul serio.”
Ed è proprio un sorriso molto serio quello al quale invita il vignettista cubano Rafael Borroto Galbes, nel suo “Ecosatira”, una raccolta in grande formato di feroci strip a sfondo ecologico, che verrà presentata anche nella nostra città, sabato 22 (ore 16, all’Hotel Toscanini, in collaborazione con A.D.A.) alla presenza dell’Autore.  “Anche”, perché il bel volume arriva nella nostra città dopo Bologna, e a Bologna ritorna, perché in questa città sarà tra l’altro “trasformato” in una mostra “in salsa cubana”, come la definisce il coordinatore Gian Franco Grilli (ufficio stampa della Calderini, in collaborazione con l’Associazione culturale Caribe di Bologna).
E dunque c’è allegria (per quanto amara), vivacità, colore tropicale, in questo tremendo universo di alberi in bianco e nero che scaturisce dal pennarello netto e pulito  di Rafael. Come se il suo sguardo sulle sofferenze dell’ambiente si addolcisse per effetto di quanto circonda il suo studio, affondato nella caliente provincia cubana di Ciego de Avila. E del resto il sottotitolo è proprio “tenere divagazioni sulla stupidità dell’homo sapiens”.
Tenerezza amara, anche questa, che diventa però filo conduttore di queste grandi tavole silenziose e “moderne”.
Un uomo che guarda un orizzonte alberato alla tivù, perché quello che ha intorno ne è ormai spoglio, due astronauti innamorati, costretti a “incidere” il classico cuore trafitto, sulla polvere del metallo, anziché sulla ruvida (perché non più esistente) corteccia, o ancora Noè che trascina sull’Arca, insieme ai mille animali, due solide piante, dicono di un umorismo che gioca duramente col futuro del nostro ambiente. Un umorismo non nero ma verde, e comunque con al centro l’attuale albericidio.
“Ogni anno - ricorda infatti Fulco Pratesi in premessa - una superficie grande come l’intera Austria, viene, nella grande selva  amazzonica, divorata dal fuoco e dalle motoseghe, dalle ruspe e dagli aratri di una umanità sempre più pullulante e sempre più impegnata in una corsa al saccheggio.”
Quel che resta del verde lo troviamo qui. Possibile futuro su cui, sorridendo, ci costringe a riflettere.

                                         Rita Guidi