mercoledì 13 febbraio 2019

NESSUNO AL SUO POSTO (L.RAVERA) di Rita Guidi


Rocco è il nome di una dura adolescenza. 
Quattordici anni di uomo che soffrono il gridare al nudo re della (sua, nostra) vita.
E’ lui il protagonista dell’ultimo romanzo di Lidia Ravera, “Nessuno al suo posto” (ora pubblicato nella collezione Scrittori Italiani della Arnoldo Mondadori Editore).
La storia affonda in un crescendo continuo tra le pulsazioni della vita. Paradossalmente solo un poco a ritroso (sarebbe altrimenti solo ‘tragedia’), è il confronto tra il suo sentire umano e la morte, l’odio, l’affetto perduto, l’innamoramento, la ricerca, l’abbraccio ad un possibile calore (forse) ritrovato. Con il dolore autentico che vive solo chi guarda, come lui, al mondo, con divertita e divertente ironia.
Sullo sfondo (ma anche lo sfondo è tutto) la nudità di un deviato vivere sociale, di un universo di Peter Pan che però ha gli uncini di un incubo, non certo i colori della fiaba.
Perché Rocco è figlio di figli, come ricorda la stessa autrice nel risvolto di copertina, frutto cresciuto in un rovo di gemme nane.      Un padre idealista e poeta, votato al rifiuto, orgoglioso alla sconfitta (“Gli pareva che praticare il rifiuto dell’ambizione fosse l’ultimo gesto politico possibile ; rifiutare di inserirsi era il suo modo di rimanere ancorato stabilmente, poeticamente, agli anni della sua giovinezza”), suicida.          La sua nuova donna splendida di pazienza e cure, densa di spessori altrove assenti, da innamorarsene, potendo (“Lei è così. Credetemi, quando parla ti viene voglia di battere le mani. Ha questa voce organizzata su una nota sola, senza sbalzi, bassa. Non è il genere di donna che parla come se sculettasse col cervello per attirare l’attenzione. Parla pensando”).  Una nonna blasonata, che trasuda ricchezze inutili ad altri bisogni.    Sorelle e sorellastre bellissime (“Le persone belle dormono così, senza sgangherarsi, la notte appoggiata sulla pelle”), figlie della danza e dell’immagine.   Figlie di sua madre : madre ? Incantevole miniatura biondo-Marilyn, irresistibile collezionista di mariti americani (“E’ l’essere più dannatamente fotogenico che ho mai incontrato. Conosco femmine più giovani e più belle. C’è in classe mia tal Valentina,che è una specie di Miss Mondo, ma nella foto scolastica sembra un pugile con il naso all’insù. Mia madre è invariabilmente più bella.”), non è certo lei la figura adatta a ricoprire quel ruolo.
E al suo posto ? Nessuno. Nessuno al suo posto. In un’assenza più estesa, però, che tocca tutti. Tutto quell’universo umano cui tutti dovremmo avere il diritto di aggrapparci.
Ineguagliabile e forte, la penna della Ravera infierisce sul lettore tutto il dolore di questa assenza. Intercalato a spassose e graffianti occhiate sulla gente o le città (Torino, Frisco...), lo racconta nei pensieri adulti di Rocco, fardello immensamente forte e fragile tra le vite degli altri : la sua è in uno zaino di poeti. Eliot, Keats, Dylan Thomas...Perduti anche quelli (ma non la loro intangibile sicurezza) guarda caso all’incrocio tra due voli, in un aeroporto.
Rocco vola (deve farlo) verso quell’America (e quella ‘madre’ ?) che odia. Lo stridore è totale : dentro la decappottabile rossa di mamma-biondo Marilyn, il suo corpo è un involucro passivo di pensieri altri.  Ascolta la ‘sua’ musica (Tom Waits)  e pensa che è bene perché “la musica dà riposo a chi ha troppe cose da non dirsi”. Ma solo la musica è al suo posto : “State qui -  grida il suo cervello, (ma a chi ?) - State qui. E parlatemi. Oppure lasciatevi dimenticare.”
E invece nessuno resta e nessuno davvero se ne và, incisione a fuoco nei ricordi. “Ricordi tutte le porte chiuse tutte le luci spente tutti i baci mancati tutti i ritardi le assenze...”
Ricordi d’infanzia. O di un presente adulto ?
Perché alzi la mano chi almeno una volta non ha avuto il suo stesso sogno : “Se un giorno farò la rivoluzione sarà perché nessuno debba sentirsi come mi sento io in questo momento. Un bagaglio leggero, un oggetto da spostare.”
Genitori o destino, che importanza ha ?

                                         Rita Guidi