venerdì 1 febbraio 2019

IL CANTO DELLE NUVOLE (M.IOTTI) di Rita Guidi


Azzurro come un cielo denso di nubi. 
Perchè si può imparare anche questo: che “le nuvole non sporcano il cielo, come i pensieri non sporcano la nostra vera natura; basta non attaccarsi ad essi”.
Nessun dubbio sull’enigma orientale di tale saggezza. Saggezza antica, difficilissima e semplice come lo ‘zen’. Sfida aperta alla mente, ne vuol vincere i pensieri: non rasserenarli, no, ma proprio annullarli e sopirli. Morirli. Perchè è solo così che si respira la vita. E le nubi dense del nostro cielo non ne nasconderanno più l’azzurro. Una ricetta certa come un destino... perchè “non c’è via per la felicità; la felicità è la via.”
E’ proprio con questa citazione del Buddha che si apre il primo capitolo del breve quanto intenso e interessante volume di Matteo Iotti “Il canto delle nuvole: lo zen e l’arte della psicosintesi” (fresco di stampa per i tipi della Edizioni Amrita ).
Parmigiano quanto il suo cognome, Iotti chiarisce subito di viaggiare tangente a questioni religiose:
Il libro nasce dall’integrazione di due importanti esperienze personali - racconta - e ancor più (così voleva l’editore) per spiegare le esperienze meditative orientali attraverso conoscenze occidentali: nel mio caso la psicosintesi.”
Venticinque anni, laureando in Psicologia a Padova dove frequenta anche l’Istituto di Psicosintesi, Iotti pratica ‘zen’ ormai da sei anni...
Nessuna spinta religiosa - precisa di nuovo - Anche per questo ho scelto di praticare soprattutto il Soto, una linea che tende a modificare più lentamente ma più stabilmente l’io rispetto al più ‘immediato’ Rinzai; e mi sono affidato ad un monaco laico che ha sempre guardato con favore alla psicologia occidentale.”
La convinzione, direi quasi la soddisfatta sicurezza delle sue scelte, è tutta nel tono di voce, alto e vivace. Nulla a che fare con qualsivoglia stereotipo del meditativo...
Eppure tutto questo nasce da un profonda, quotidiana sofferenza interna. - ricorda Iotti -  Da un’insoddisfazione radicale che percepivo nella mia vita.”
Un disagio personale o legato agli schemi sociali esterni?
Tutt’e due. Non c’è dubbio che siamo educati all’infelicità, perchè il nostro modo di vivere ci porta ad inseguire felicità ingannevoli e illusorie.”
Il nostro universo di Sisifo: quale fatica inutile nel voler essere felici volendo tutto. Volendo. Tutto fuorchè, ad esempio, il logico, costruttivo, naturale invecchiare. Nube di vita in un cielo comunque azzurro...
Nelle figure che corredano il mio libro, non ho pensato nemmeno per un attimo di ritrarre nelle posizioni zen soltanto ragazzi e ragazze. La vita è vita a tutte le eta’ ed ogni stadio ha la sua bellezza.  Quanta angoscia intorno a noi, oggi, proprio per questa corsa impossibile per cui tutto deve essere sempre bello, nuovo, giovane. Manca totalmente il concetto di crescita.”
...O manca totalmente il concetto di (autentica) felicità? Per questo dubbio e per il desiderio di offrire la stessa soddisfacente risposta che Iotti ha ricevuto, è nato ora il  Centro Ke-Se, nella nostra città, che lui stesso dirige...
Ho trovato subito  logico e giusto poter mettere a disposizione degli altri la mia esperienza. - spiega Iotti - Un cammino che lascia intatto il contesto della persona (le sue abitudini di vita, la sua religione ecc.) ma che deve essere, per poter dare dei risultati, autenticamente motivato. Occorre, davvero, ‘prima’, fare il punto in se stessi e sentire il bisogno di cambiare il modo di relazionarsi alle persone che ci circondano; quel modo che è spesso prima fonte del nostro disagio.”
Ed è proprio a questo livello, delle relazioni con gli altri, che l’interpretazione ‘zen’ di Iotti si coniuga alla psicosintesi, e trasforma lo scavo meditativo interiore orientale, in un diverso approccio con la realtà esterna.
La forza dello ‘zen’ è allora proprio saperlo applicare alla vita quotidiana - afferma Iotti - anche davanti ad un semaforo rosso.”
Un uomo zen ha sempre lo spirito zen” rincalza il volume, che con chiarezza decisa illustra processi mentali e tecniche di meditazione, consiglia respirazione e posizioni, e insegna persino a realizzare da soli il proprio ‘zafu’, il rotondo cuscino, cioè, che sarà necessario ed unico strumento per le proprie sedute. Raccolti a loto lì sopra inseguiremo l’assoluta libertà dai pensieri. Con dolore: “Sedendovi per la prima volta sul cuscino, - si legge - la maggior parte di voi farà una scoperta interessante: lo zen è dolore.”
La vita è dolore,” - ricorda ancora Buddha nella prima delle sue Quattro Verità, citate dall’autore all’inizio del libro.
La seconda dice che il dolore è causato dal voler godere di piaceri effimeri, i quali non hanno sostanza e sono illusori. La terza che per far cessare questo dolore bisogna estinguere la sete dell’uomo, quella che lo spinge a voler cercare una felicità fatta di chimere, e la quarta indica il cammino vero la liberazione dal dolore.”
Quindici minuti, venti, di meditazione. Uno zafu come la coperta di Linus o un cielo azzurro di nubi. Azzurro di nubi: adesso lo sarà.

                                    Rita Guidi