martedì 18 giugno 2019

LEONARDO PIERACCIONI SECONDO LEONARDO PIERACCIONI di Rita Guidi


Risultati immagini per leonardo pieraccioniTrent’anni, alta, mora : c’è un modo migliore per descrivere Leonardo Pieraccioni ?
Sì. Proprio lui, il regista toscano, piccoletto e barbuto, che ha firmato non senza un po’ di quel sale che gli appartiene, la pepata simpatia all’italiana di grandi successi cinematografici come “I laureati”, “Il ciclone” o “Fuochi d’artificio”.
“Trent’anni, alta, mora”, questo il titolo del suo libro, che esce adesso per Mondadori, è allora sempre lui. Il regista e anche di più, che apre uno squarcio su carta dei propri pensieri in formato racconto.
“Li ho scritti in diversi momenti della mia vita - spiega infatti in postfazione - Alcuni sono frutto della mia fantasia, in altri rivedo qualcosa di me stesso. Di tutti comunque riconosco come mia ogni parola, dalla prima all’ultima”.
Riflettori privati sugli appunti sparsi nel cassetto, insomma, per questa raccolta di ventisei titoli, il respiro spesso non più lungo di tre pagine.
Grumi intensi e ingenui come un’emozione, o invece (chissà ?) mezze ipotesi di sceneggiature, battono a macchina situazioni di vita quotidiana alle prese con le inquietudini di sempre : la noia da uccidere in un bar (a riuscirci !), i miti e i riti di una contemporaneità da osservare (subire) senza la minima soddisfazione, i bilanci che affiorano improvvisi quando si ferma l’abitudine, l’amore. Quello che si vorrebbe ma che non si ha, o quello che arriva proprio quando non dovrebbe.
Le scene, insomma, sono davvero tante. E tanti (più riusciti magari in “Filippo bello e di corsa” o in “Ehi”) i personaggi, accanto a quelli nei quali intravedere la faccia semplice, dall’aria timida eppure sorniona dell’autore.
Ma in tutti, il tono e lo stile sono uguali e inconfondibili ;  penna che usa la stessa pellicola.  Perché l’atmosfera è asciutta, anche se le battute strappano la risata schiette, sdrammatizzanti. Perché gli occhi di Pieraccioni documentano la vita : bella, un poco stupida o da fare in modo che sia così, a caccia di sogni e preda del destino. Disillusione e poesia. Per questo, dice, ha dovuto discutere con l’editore, non per tagliare le toscanate, no. Ma “per difendere alcune espressioni giudicate oscure...- scrive - però ho insistito per mantenere ‘il mare che non affonda’ o ‘i primi baci che ho pianto’ e ‘tutte le stelle del mondo ti remano contro’. D’altra parte si sa - conclude - scrivere un libro è come fare un viaggio in certi cieli che distruggono gli orizzonti stessi”.
O come girare un film : qualche taglio, anche a limarci il cuore, bisogna farlo.
Trentatre anni, piccoletto, toscano :  è comunque proprio lui.

                                         Rita Guidi