giovedì 7 febbraio 2019

BIRRA PERONI - ELECTA . Storia di una dinastia di Rita Guidi



Giovanni Peroni
Il panciotto tondeggiante fa il paio con il mento (più che uno, due) della moglie, l’acconciatura trafitta da un lungo spillone : Francesco Peroni, del resto (e di conseguenza la consorte Matilde Merzagora) vive e origina da una lunga tradizione legata al settore alimentare.
Pastai, osti...E lui ? Birraio, naturalmente. Non lo dice il nome ? E’ proprio lui, infatti, il capostipite dell’inconfondibile ‘bionda’ che ancor oggi la pubblicità ci suggerisce. Ancor oggi : perché Francesco, quinto di sette fratelli, nasce nel 1818 a Galliate, e appunto alla metà del secolo scorso fonda la celeberrima ditta. E’ lui ad imboccare deciso la strada per la vicina, promettente ed attivissima Vigevano, e ad impiantare lì il futuro impero.
Esattamente centocinquant’anni fa. E per questo Electa pubblica ora il bel volume illustrato ‘Birra Peroni. 1846-1996
Centocinquant’anni di birra nella vita italiana’.
Catalogo di una mostra immaginaria ? Tranche di storia rivisitata dal vetro di una bottiglia ? Il libro, bello nei colori e nei testi di Daniela Brignone, è tutto fuorchè un semplice resumè di trenta lustri di storia aziendale.
La fabbrica delle origini : da Vigevano a Roma 1846-1870 ; gli anni dell’assestamento in Roma Capitale 1870-1896 ; il ghiaccio e la birra 1896-1907 ; la grande espansione 1907-1921 ; l’era fascista 1922-1939 ; guerra e ricostruzione 1940-1952 ; la crescita industriale della Birra Peroni dal boom economico alla crisi petrolifera 1953-1973 ; il sopravvento del mercato, la ristrutturazione e la birra Peroni oggi 1973-1995, titolano, è vero, gli accurati capitoli. E ogni capitolo si apre sull’immagine di un qualche splendido boccale : ma è come l’ideale capoverso di una vicenda che da lì comincia. Schiuma viva di un sorso di storia, quale sarebbe piaciuta ad un Duby, come ai più recenti sviluppi della storiografia.
Centocinquant’anni di vita italiana allora. E di usi : le fotografie dai volti antichi, gli interni di fabbrica, gli esemplari delle bottiglie ancora con i tappi meccanici e il marchio impresso a caldo sul vetro (chè chiusure a corona ed etichette erano ancora lontani) basterebbero a dare l’immagine del nostro passato. E per i Peroni, qui, di una dinastia. Da quel ‘robusto’ capostipite (il ritratto, come quello della moglie, correda appunto le prime pagine ), giù giù fino all’austero Cesare, lo sguardo serio dei tempi della seconda guerra ; e poi a Giacomo, la ‘farfalla’ allegra e distinta degli anni del boom ; o l’oggi (fino all’’87) di Carlo. I giorni inconfondibilmente biondi, inaugurati non prima degli anni ’60 dal volto di Solvi Stubing.
Richiamo pubblicitario anch’esso significativamente attuale (e per questo analizzato e ricordato nel libro), come lo furono a partire dagli anni ’10, le prime campagne che ebbero come protagonista prima un piccolo ciociaro (a suggerire la birra come bevanda italiana, e romana) e poi un indaffarato cameriere...
Francesco Peroni, sul finire del 1845, ancora a questo non pensava, anche se guardava avanti...(a quella strada per Vigevano...)
Una strada comunale - raccontano le prime pagine del libro - collegava Galliate con la strada provinciale di Vigevano, e una fiera annuale si svolgeva nella grande piazza presso il castello. In un mercato settimanale erano concentrate le attività di scambio commerciale con il contado...”
Era assolutamente convinto che, per il momento, potesse bastare.

                                    Rita Guidi