ed è
proprio questo che piace.
“Chi ride con noi è già coinvolto - afferma infatti Giorgio
Celli - Ha già superato il confine del disinteresse, e sarà quasi costretto,
malgrado lui, a pensare sul serio.”
Ed è proprio un sorriso molto serio quello al quale invita il
vignettista cubano Rafael Borroto Galbes, nel suo “Ecosatira”, una raccolta in
grande formato di feroci strip a sfondo ecologico, che verrà presentata anche
nella nostra città, sabato 22 (ore 16, all’Hotel Toscanini, in collaborazione
con A.D.A.) alla presenza dell’Autore. “Anche”,
perché il bel volume arriva nella nostra città dopo Bologna, e a Bologna ritorna,
perché in questa città sarà tra l’altro “trasformato” in una mostra “in salsa
cubana”, come la definisce il coordinatore Gian Franco Grilli (ufficio stampa
della Calderini, in collaborazione con l’Associazione culturale Caribe di
Bologna).
E dunque c’è allegria (per quanto amara), vivacità, colore
tropicale, in questo tremendo universo di alberi in bianco e nero che
scaturisce dal pennarello netto e pulito
di Rafael. Come se il suo sguardo sulle sofferenze dell’ambiente si
addolcisse per effetto di quanto circonda il suo studio, affondato nella
caliente provincia cubana di Ciego de Avila. E del resto il sottotitolo è
proprio “tenere divagazioni sulla stupidità dell’homo sapiens”.
Tenerezza amara, anche questa, che diventa però filo
conduttore di queste grandi tavole silenziose e “moderne”.
Un uomo che guarda un orizzonte alberato alla tivù, perché quello
che ha intorno ne è ormai spoglio, due astronauti innamorati, costretti a “incidere”
il classico cuore trafitto, sulla polvere del metallo, anziché sulla ruvida (perché
non più esistente) corteccia, o ancora Noè che trascina sull’Arca, insieme ai
mille animali, due solide piante, dicono di un umorismo che gioca duramente col
futuro del nostro ambiente. Un umorismo non nero ma verde, e comunque con al
centro l’attuale albericidio.
“Ogni anno - ricorda infatti Fulco Pratesi in premessa - una
superficie grande come l’intera Austria, viene, nella grande selva amazzonica, divorata dal fuoco e dalle
motoseghe, dalle ruspe e dagli aratri di una umanità sempre più pullulante e
sempre più impegnata in una corsa al saccheggio.”
Quel che resta del verde lo troviamo qui. Possibile futuro su
cui, sorridendo, ci costringe a riflettere.
Rita
Guidi
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