“Quella che è stata
espressa dagli scrittori e dai registi di Parma : questa è la parmigianità
- afferma deciso Alberto Bevilacqua - Un
carattere, una fusione tra fantasia e cultura popolare elevata. Qualcosa che
respiriamo anche dalle acque del Po, e che comprende anche l’intensità della forza antelamica...”
E’ stata ? Quindi, non è più ?
“Assolutamente è ed
esiste ancora, e io stesso la esprimo e la vivo - prosegue Bevilacqua - L’ho assimilata nei luoghi
dell’Oltretorrente, e credo che ancor oggi la parmigianità abiti lì, e sia un
ponte che unisce aree di vita : il carattere popolare e la fantasia, con
la forza anche industriale anche commerciale.”
“L’Antelami, l’ho
detto. E’ lui lo specchio della parmigianità. Il romanico è forza, coraggio ;
e l’Antelami lo è più che mai nel nostro Battistero. Mettere il Battistero
all’occhiello : ecco la parmigianità !”
Oppure una rosa, verrebbe da dire. Com’è il caso di Franco
Maria Ricci, raffinatissimo editore di libri d’arte, che però non è l’eleganza
che, nella sua idea di parmigianità , mette al primo posto...
“L’eleganza ?
Certo, l’ho respirata e mi accompagna un po’ come fosse un arnese del mestiere
che faccio...- sorride Ricci - Un
merito assolutamente relativo, per chi si occupa di cose prossime all’arte.
Insomma non c’è dubbio che Parma conservi, soprattutto nella sua gente, una
certa signorilità. Il suo passato e le sue dimensioni la difendono assai meglio
che altrove dalle cadute di gusto. E poi la cura per le case, curate,
restaurate...o la quantità di ricchezze artistiche : pinacoteca, Correggio,
Duomo, Battistero...In proporzione agli abitanti c’è molta più arte qui che a
Milano o in molte altre città...”
Ma la parmigianità ?
“Non la cercherei lì
- afferma Ricci, e il tono è di chi non esita a definirsi dubbioso - Forse anche perché mi è difficile pensare
alla parmigianità come a qualcosa che stia al di fuori da una dimensione
strettamente personale. Parmigianità per me sono i ricordi e i veri amici. Le parole che a volte traduco liberamente
dal dialetto...(qui a Milano, quando dico di darmi ‘quel bagaglio lì’, tutti pensano
a una qualche valigia !). Insomma, - conclude Ricci - tutto quello che ha fatto di Parma, per
me, una città-madre. Questa è la mia parmigianità.”
Solo sua, cioè. Un impronta strettamente personale ma non per questo, certamente, meno forte.
La forza : è di nuovo questo, per contrasto, il colore
che emerge dalle parole di Gene Gnocchi, sempre più in bilico tra la dimensione
di comico e quella di scrittore...
“La parmigianità ?
Non ho idea di che cosa possa essere : sono di Fidenza.” - Il tono è
serio, la cadenza inconfondibile, la logica impeccabile. (Comico o
scrittore ?)
Dribbliamo : e la fidentinità, allora ?
“E’ una dimensione più
appartata, più schiva. Sia come mentalità che in senso culturale. Per questo
anch’io - afferma lo scrittore - mi
sento legato ad un clima più discreto, che non è quindi quello dei Goldoni, dei
Colombi Guidotti, dei Bevilacqua...Voglio dire che Fidenza attinge a Parma, ma
forse proprio per questo, non ama esibirsi. Il parmigiano lo fa, e non in senso
negativo ma perché ha più iniziativa, più voglia di fare...”
Più “forza” di carattere ? E in un discorso, tra
l’altro, che non consente sconfinamenti urbani ?
“Certo - interviene
Bevilacqua - La parmigianità si lega solo
ad alcune espressioni della cultura parmigiana e rigorosamente alla città.”
Ad esempio ?
“Ad esempio, un Barilli
o un Colombi Guidotti ne sono piena espressione ; un Malerba, che pure
stimo molto come scrittore, no. E tantomeno Bertolucci. - aggiunge
Bevilacqua - Insomma, non solo non tutti
i parmigiani esprimono quei caratteri di cui dicevo, ma anche chi non appartiene
alla città , non può certo farlo. Essere di collina non è già più essere
parmigiani...”
“Genius loci” ? Traduciamolo con “Parma e po’
pu’” : altrimenti che parmigianità è ?
Rita
Guidi
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