e di nuovo il computer
come ‘semplice’ strumento utile, ridiventa all’improvviso una necessità.
Seppure immuni (per motivi anagrafici?) da usi inconcepibili o distorti, c’è
solo un cenno d’inquietudine nel lanciare in questo spazio un’intervista. Il
silenzio della parola scritta, inghiottita dall’universo elettronico, ha
davvero una qualche virgola inquietante. Non per la velocità con cui le nostre
domande (così come le risposte...) sono assorbite al di là dell’oceano. E
neanche per l’assenza di voci: la Rete diventerà presto una sorta di esagerato
telefono. L’inganno è nello spazio: nell’assenza di spazio, nel fingere
vicinanze. (Nel dissapore implicito del verbo ‘fingere’...). Al termine di
questo istantaneo dialogo via e-mail con Gianni Riotta, che abbiamo
interpellato quale conoscitore e fruitore della Rete, non solo non possiamo
stringerci la mano, ma nemmeno replicare se, noi a Parma e lui a New York,
digitiamo la sospensione del collegamento sul nostro terminale. Davvero come se
nel nostro mondo potessero entrare tutti e per questo, paradossalmente,
nessuno.
Ma ascoltiamo, in proposito,
le brevi considerazioni di Riotta ...
* Come valuta il volume di
Furio Colombo "Confucio nel computer"?
“E' il primo libro che
si occupa del tema in modo completo. Cultura, mercato, condizione umana.
Colombo usa il computer per guardare al nostro futuro e quel che vede non e'
del tutto rassicurante. C'e' il rischio di un paternalismo autoritario, come a
Singapore. Un libro da leggere.”
* E, invece, quelli di Gates o Negroponte (o di altro autore
legato all'argomento che ritiene opportuno segnalare)?
“Nei primi anni Ottanta
andavano di moda i libri sull'Intelligenza Artificiale. Doveva diventare
concreta, a detta del MITI, il mitico assessorato giapponese alla tecnologia,
entro questa decade. Missione fallita. Gates e Negroponte, tra mille cose
intelligenti e interessanti sono rispettivamente un piazzista e un ideologo del
futuro. Quel che mi insospettisce nel loro lavoro e' che nessuno paga prezzi.
Non c'e' rischio, ne' dolore e nella storia nulla avviene in modo indolore.”
* E’ proprio questo
l’aspetto più inquietante. Ma allora qual'è la sua personale visione del
futuro, in relazione allo sviluppo della Rete ?
Insomma se la Rete non fosse esistita, si sarebbe dovuto inventarla?
“Io credo che non ci
siano alternative allo sviluppo tecnologico e che l'informazione sia la risorsa
del futuro, come il petrolio o l'oro lo sono state per ere passate. Ma chi
dominera' Internet, la strada del futuro, non e' chiaro. Le comunita'? IL big business?
I militari? Guardi alla Cina dove Internet e' gia' censurata. La prossima
battaglia per la democrazia e' nel cyberspazio.”
* Sulla base della sua esperienza, prevederebbe
un futuro americano diverso da un futuro europeo (considerata la differenza di
risorse tecnologiche dei due continenti)?
“Se la rete esiste e'
aspaziale. Ieri ho ricevuto messaggi in tempo reale da Pechino. Quindi non ha
senso parlare di Europa e Usa. O la rete e' globale o non e'.”
* Cosa vede quando si
guarda intorno, dentro e fuori la Rete?
Che uso ne fa a livello personale ?
E che uso vorrebbe che se ne facesse ?
“Io uso la rete per
lavoro e quanto all'uso personale, il bello della vita privata e' che deve
restare privata, no?”
Il saluto è sbrigativo e ‘caloroso’, come solo lo può e deve
essere quello elettronico. Dall’America On Line è tutto.
Rita
Guidi
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