Luca e Marco Mazzieri |
Le parole dopo. Antonio Mazzieri si vuole raccontare prima
negli occhi, nello sguardo silenzioso alle sue opere. Le risposte dopo, insiste. Come se già
mostrare i suoi quadri fosse un’estrema confidenza.
E lo è : anche questo spiega, del resto, i quasi
vent’anni di assenza da qualsivoglia appuntamento pubblico, esposizione,
galleria.
“E’ stato comunque un
periodo di studio - spiega Mazzieri -
Ma ero troppo preso da altri impegni, e non mi piace fare tante cose
contemporaneamente...”
L’ultima personale nel 1977, dopo una lunga serie di mostre e
importanti riconoscimenti di cui preferisce non parlare, Mazzieri espone di
nuovo oggi, il risultato nuovo di un lavoro di sempre...
“Ho sempre amato
l’arte ; ho sempre avuto bisogno di lavorare la materia. Ai tempi del
liceo - ricorda - il mio svago erano
le botteghe di falegnami, calzolai, meccanici...Lavoravo e creavo...”
Creare lavorando : è questa infatti la sua sfida, nel
lasciare un impiego sicuro per aprire un negozio di cornici. Contorno il più
vicino possibile a quel mondo artistico che vuole gli appartenga. E che gli
appartiene : le sue tele dense di materia, fossili o terre lunari,
ottengono, come detto, assoluti consensi. Uno dei tanti porta la firma di
Brindisi. Ma anche per questo le parole per favore no, dice, le parole dopo.
Evidentemente schivo, altrettanto evidentemente il suo primo
bisogno è l’ordine. Per questo, adesso, lavora qui, nel solitario riposo di una
lunga stanza assoluta : legno, pensieri e ordine (appunto) tra le pareti
bianche. Esattamente come nei suoi quadri, è soprattutto la luce (una lama
sottile dalle finestre o un fascio più intenso dalla lampada appesa) a
significarne i contorni.
“Lascio dipingere la
luce - conferma, soppesando le parole, nell’intensa cadenza emiliana - Osservo, penso, fantastico, sfrondo,
semplifico, incido, assemblo... e poi lascio che dipinga la luce.”
Un’ispirazione intensa risolta in sei mesi di lavoro.
Impronte di vita e di cose in una materia soffice e bianca...
“Cellulosa - spiega
- Ed è stata la scoperta di ciò che
cercavo da anni : volevo fare quadri bianchi ma non per sovrapposizione.
Mi infastidiva la non-purezza del supporto. Avevo bisogno di un candore
assoluto ; ho sempre bisogno di essere in pace con i miei quadri...”
Ed è questo che scrive di se stesso e delle sue opere :
averne lo stesso cuore e il medesimo sorriso. Al riparo del suo irrinunciabile
basco blu, Mazzieri raccoglie infatti dal tavolo un taccuino tra i tanti...
“La sera spesso mi
metto qui e scrivo - confida - Considerazioni
sparse sui miei artisti preferiti,
sensazioni, idee...”
Mondrian, Matisse, Morandi, amici e affetti, sono scritti lì,
tradotti nella sua grafìa educata ed elegante. Un universo osservato dalla pace
inquieta di queste colline di Torrechiara, dove vive ormai anni. Finalmente
tutto il tempo da dedicare a questa sua unica passione (“Mi piace anche il cinema, certo, per forza...”- sorride alludendo
ai figli Luca e Marco, gli ormai affermati registi de ‘I virtuali’). Studio,
letture e il flusso continuo delle idee che nemmeno le dieci ore al giorno che
passa qui bastano a realizzare.
“Qualche giorno fa
- racconta - mi sentivo particolarmente
allegro. Ne sono usciti quattordici schizzi, di getto ; facce di luna. Ma
ironiche, divertite...Guardi qua...”
Il risultato è già in cornice : la simmetria espressiva
di tanti tondi, sorridenti o depressi per il solo variare di un triangolo.
Buffi.
Come dire (senza troppe parole), che ogni tanto c’è spazio
anche per questo ; seppure è più nella riflessione, qui, la sua
consuetudine. Dio c’è sempre, insomma, in qualche cassetto. Un respiro evidente
tra le letture (Francesco...Turoldo...), le poesie, il bianco.
“Davanti al bianco
scordo le brutture” scrive. E di nuovo aggiusta la luce che scandisce le
ombre impresse in un suo quadro. Opacità scura che serve solo ad aggiungere
suggestione e movimento, a far oscillare ad esempio il rigoroso rintocco di un
immaginario pendolo. Turbamento necessario ; superficie momentanea. Sotto,
la materia è come l’ha voluta lui : perfettamente, serenamente,
silenziosamente intatta.
Rita
Guidi
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