Ci sono indagini che avvincono per la perfezione dell’intreccio, il disordine inesatto genialmente ricomposto. Questa incanta
per il più inatteso gioco di riflessi: finzione letteraria e verità, la piccola
realtà di un personaggio e quella grande della Storia.
Nulla di strano,
allora, se de “Il caso Neruda” di Roberto Ampuero (Garzanti, 332 pagg., 18,60
euro) si parli come di un successo colorato di leggenda; ai vertici delle
classifiche in America Latina, ma le copie pirata agli angoli delle strade...
Certo è che il celebre
autore cileno (oggi americano d’adozione) sceglie di accarezzare con nuovo
sguardo latino il piacere del mistero: di alzare lo sguardo sul mito e la
poesia, i luoghi dell’anima, degli ideali, degli eventi.
Sceglie, insomma, di
far rinascere il suo detective Cayetano Brulè, dalle parole di Don Pablo. Di un
Neruda, già vecchio e malato, pronto a inseguire risposte dolenti del suo lontano
passato di uomo. Un Neruda diviso tra la responsabilità di un ruolo, la forza
(simbolica e “politicamente” necessaria) di poeta, e la fragilità di un cuore
cui il peso degli anni impone giudizi e bilanci, certezze pacificatrici. Tra le
donne che ha amato, voluto, inseguito, tradito, opportunisticamente abbracciato
o abbandonato, infatti, una potrebbe avergli dato un figlio. Sospetto
tormentoso quanto e più di quei giorni da amante. Potrà Cayetano Brulè
trovarla? Parlarle? Strapparle quel segreto prezioso?
Divertenti e ingenui i
dialoghi nei quali il Neruda di Ampero istruisce Cayetano al mestiere di
detective; il Maigret di Simenon da buon manuale! Così come intensamente latini
sono i passi del nostro: la descrizione puntuale di ogni istante; i cibi, qualche
buon bicchiere, le donne...
Brulè si tuffa nel
mistero con incerta convinzione. Indossa i panni che gli ha scelto il poeta
(“la vita è una sfilata di maschere”, gli ripete spesso nel libro) e vola verso
Cuba, Berlino, il Messico; verso il passato di Neruda e verso se stesso; la
lotta col tempo, le tracce sbiadite, i timori del poeta, i tremori politici.
Fino a un finale straordinario, assai più di un colpo di scena, di un assassino
svelato. Le ultime pagine sono un grumo di storia rivissuta da questo detective
improvvisato: sono il Cile da Allende a Pinochet; i giorni della scomparsa di
Neruda. Di un puzzle di emozioni mai ricomposto, straziante e dolce come un
delitto perfetto.
Rita
Guidi
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