Figure mostruose
alle soglie del mondo in attesa del Verbo ; o Re Magi in cammino, come
istantanee di pietra sopra il grande portale.
Si’, possiamo dire
che è bello senza essere banali : il Battistero invita ad un piacere estetico
che salta agli occhi senza chiedere altro. Ma fin dal momento in cui impone,
per questo, una sosta, rivela quell’altra bellezza : quello spessore,
intagliato nella durezza dei marmi come nella fragilità degli affreschi, che
solo sa renderla eterna. Chiamatela storia. Chiamiamola arte : l’arte dentro il
guscio, come l’umanità sotto un volto o la sostanza dietro le parole. Ma è un
quesito, questa volta, da indagare oltre il primo sguardo.
Lo hanno fatto ( con quel di
nuovo che solo ciò che è eterno consente ) un gruppo di studiosi i cui
saggi sono ora raccolti nello splendido volume edito da Einaudi “Benedetto Antelami e il Battistero di
Parma” curato da Chiara Frugoni. Ed è la stessa curatrice a chiarirci
vicende e motivazioni del libro...
“L’idea è nata quasi in
parallelo al restauro, dunque molto tempo fa. - ricorda la Frugoni - E dopo quattro, cinque anni di lavoro è
davvero solo un caso che il risultato lo si possa raccogliere proprio adesso in
coincidenza con l’ottavo centenario del Battistero stesso. L’impegno, anche in
termini editoriali (dunque un grazie alla Einaudi) è stato davvero notevole.
Basti pensare a qualche numero : le figure sono 495, di cui 215 a colori, oltre
all’ultima tavola che, rielaborata al computer consente di vedere l’interno del
Battistero tutto insieme. Quanto poi all’impostazione, ci sembrava necessario
affrontare il discorso nel modo piu’ interdisciplinare possibile...”
Albert Dietl, Saverio Lomartire, Willibald Sauerlander, Bruno
Zanardi, oltre alla stessa Frugoni, che oltre ad esserne la coordinatrice firma
l’introduzione ed un prezioso contributo, sono infatti l’equipe prescelta...
“Sauerlander potremmo
definirlo uno specialista dell’Antelami - spiega la Frugoni - : figura che qui rilegge con occhi nuovi,
come una personalità tipicamente italiana.
Lomartire lo è invece in storia dell’architettura : i rilievi e le foto
da lui realizzate, dimostrano come il battistero fosse stato progettato ‘a
terra’ fin nei minimi particolari ( addirittura le lunette dei portali sono
realizzate in un unico blocco di pietra lavorato sia all’interno che
all’esterno ), e per questo, nonostante l’improvvisa e misteriosa scomparsa dell’Antelami,
portato tranquillamente a termine. Quanto
a Dietl - prosegue l’autrice - la sua
lettura sottolinea il legame tra liturgia e scelta degli espisodi iconografici,
oltre al ‘coinvolgimento’ dei cittadini nell’opera artistica, per il loro
essere immortalati come borghesi o anche come semplici lavoratori delle
campagne. Quindi Zanardi per il restauro, del quale vorrei sottolineare
soprattutto l’importanza del recupero delle scritte dipinte, prima
assolutamente invisibili..”
Di nuovo bello, verrebbe da dire, a prescindere da ogni
giudizio sul ripristino...Come dimostra lo stesso contributo della Frugoni...
“Per quanto mi riguarda
parlerei di una nuova identificazione del soggetto di una delle grandi nicchie
: e cioè non fuga ma ritorno dall’Egitto. Ed è un’interpretazione che consente
di spiegare meglio( e ne è insieme suffragata ) il legame dell’iconografia
complessiva con, ad esempio, la lunetta della Presentazione al Tempio.”
Quell’altra bellezza...La Frugoni la indaga da sempre.
Docente di Storia Medievale all’Università di Roma, ha alle spalle un lungo
elenco di pubblicazioni e studi rivolti proprio alla ricerca sull’immagine
oltre che sui testi. Ed è proprio quest’onda e suggestione che l’ha condotta a
Parma...
“Da tempo mi occupavo
dello studio del problema dei mesi, della loro rappresentazione intesa anche
come rappresentazione del lavoro. Il Medio Evo - spiega la Frugoni - interpreta spesso il lavoro (e intendo anche
quello agricolo) come mezzo per ritrovare la porta del Paradiso; un modo per
cancellare la maledizione di Adamo. Un
tema che mi affascinava, tanto piu’ se legato alle iconografie dei battisteri:
dunque Pisa, ad esempio, e dunque Parma...dove è documento di estremo interesse non solo in questo senso... “
E cioè ?
“Il riscatto che qui si
esprime non è solo quello di Adamo - precisa disarmante la Frugoni - ma anche quello di Eva...”
...Parliamo di una
particolarmente importante presenza femminile, di opere superbe come la Regina
di Saba, o di cos’altro ?
“Parliamo del ruolo,
anzi dell’importanza del ruolo che nella Parma comunale avevano le donne, e che
qui è ben rappresentato. - riprende la Frugoni - Ed è questo davvero un ‘unicum’ nel programma di un battistero. Se
la presenza femminile, anche a livello artistico, è una realtà documentata
anche se cosi’ poco rilevata dalla
storiografia che conosciamo (che del resto è maschile), questa che definirei
una autocoscienza del Comune, che vuole rappresentati e alla ribalta uomini e
donne, è fatto davvero abbastanza raro.”
L’anima femminile dell’arte e della storia. Potrebbe essere
questo il delicato e sorprendente controcanto alla quarta di copertina del
volume, che recita ‘l’architettura, la
scultura, i restauri, l’iconografia di uno dei più grandi capolavori
dell’Europa romanica’. Capolavoro dei piu’ grandi, dice, non dei piu’
belli. Sempre per quel consueto timore, forse, di insufficienza e di banalità
che sembra implicito nella parola. Che invece basta...
“La bellezza è proprio
una sua peculiarità. - afferma la Frugoni - Nell’architettura e nella scultura come nei colori. E’ il primo dei
tanti sguardi possibili. Del resto era proprio un uso medievale quello di
cercare di rallentare lo sguardo : scrivevano infatti ‘Ave Maria’ attorno alla
testa di ogni, per quanto inconfondibile, Madonna.”
...Ma è solo il primo dei tanti sguardi possibili.
Rita
Guidi
Nessun commento:
Posta un commento