scrivi-come-parli.
Che poi è la stessa di tutto il libro : “Aironfric” appunto (Strade Blu -
Mondadori, 107 pagg.), di Michele Monina.
Sgrammaticato (quindi), demenziale, impossibile,
provocatorio, il romanzo (continuiamo a chiamarlo così ?) ha un precedente
illustre che salta agli occhi. Poche righe ed è impossibile non pensare a quel
“Push - la storia di Precious Jones” di Sapphire, che tanto successo-scalpore
ha avuto solo ieri negli States e poi da noi.
Altro spessore, là. Però stesso stile. Un verismo buffo, scelto in quel caso per
enfatizzare certa emarginazione metropolitana, e che qui ritorna, senza
tragedie, per dirci una storia fantassurda ma vicina a certa vita.
“che per farvi capire
la situazione - si legge in prima pagina - forse è necessario fare un passo
indietro come da tradizione che ancora non avete tutto il quadro davanti agli
occhi questo è chiaro e allora ecco le presentazioni di rito che io sono paride
paride trotti almeno per ora che tra un po’ per tutti sarò sonia questo il mio
nuovo nome che ho scelto sonia come sonia braga”.
Insomma prendete un grasso, grassissimo protagonista (tale
Paride Trotti di Ancona...), che però vorrebbe essere...una magrissima
protagonista (“sonia braga ma anche cheit moss”), desiderosa per di più di passeggiare lungo strade
notturne ; trasformatela, nel corso del racconto, e per un’operazione
sbagliata, in un corpaccione d’acciaio
( ! ! !) assetato di vendetta, e avrete questo libro.
Che poi è anche un “rap”, o un “videogame”...
Contaminazioni. E’, e forse sarà sempre di più questa la
parola chiave di certa scrittura. Che (ci) piaccia o no.
Non è un caso che il trentenne autore, disegnatore con
Roberto De Angelis di Nathan Never, stia preparando una versione a fumetti di
questo Aironfric destinata alla Francia. O che sia a traccia di Frankie hi-nrg
la controcopertina che riassume l’avventura di questo nonsuper-noneroe.
Che però tenta un finale catartico-grottesco, veristicamente
buffo. Kitsch. Emozione certo non di bellezza, ma libera, contaminata
comunicazione. Scritta.
Rita
Guidi
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