E’ solo una questione di linguaggi se pensiamo che chi
insiste sulla bellezza della matematica stia dando i numeri. Più o meno come
dire che una qualsiasi parola è brutta solo perché è scritta in un
incomprensibile cirillico...
Da questa idea (da questa convinzione) nasce proprio
l’iniziativa della ‘Longanesi & C.’,
che inaugura adesso una nuova collana appunto ‘contro l’analfabetismo matematico e scientifico in Italia’.
‘La lente di Galileo’,
questo il suo titolo, vuole offrire in un involucro tascabile e colorato a
sottolinearne l’accessibilità, grandi temi dell’universo culturale
‘esatto’ ; divulgare senza superficialità un mondo che ci sembra spesso
ostile per le sue criptiche formule.
Ad illustrare il velato fascino delle radici quadrate,
allora, sono stati chiamati non a caso eminenti studiosi e soprattutto docenti,
da sempre alle prese col problema di rendere innanzitutto comprensibile agli
altri queste discipline.
E’ il caso di Robert Osserman, autore di “Poesia dell’universo” (224 pagg., L.28.000) già in libreria
accanto a “Non sparate sulla scienza”
di Robin Dunbar (240 pagg. L.28.000) che ha inaugurato la serie.
Osserman è professore di matematica alla Stanford University
e direttore del Mathematical Sciences
Research Institute a Berkeley in California. Ma un premio alle sue capacità
di docente gli è stato assegnato attraverso il Dean’s Award for Outstanding Teaching.
E se vorrete confermateglielo anche voi, perché questo suo
libro su ‘l’esplorazione matematica del
cosmo’ somiglia davvero a un
avvincente racconto. Fantastico, addirittura, dal momento che l’Autore si
sofferma proprio ad illustrare tra l’altro la diretta ricaduta sulla nostra
realtà della matematica, scienza invece astratta ‘per eccellenza’.
E poetica, poi. Una citazione per capitolo, sono però più che
mai suggestive ed eloquenti quelle di Einstein (“La matematica pura è, a suo modo, la poesia delle idee logiche”),
o di Voltaire (“C’è una sorprendente
immaginazione nella matematica della natura ; e Archimede ebbe almeno
altrettanta immaginazione di Omero”). Uno sguardo ai frattali (alla
traduzione, cioè, di formule matematiche sullo schermo del computer) o ai cenni a Henry Poincarè (convinto fin
dall’Ottocento che nella scoperta di ogni formula matematica sia la maggiore
bellezza a fare da guida) ve lo confermeranno.
Un invito a riflettere prima di sparare sulla scienza, per
dirla col titolo dell’altro già citato volume : e a sfuggire al fatto che
- come sottolinea Dunbar, prima di illustrarne la storia - ‘negli ultimi decenni, dopo la nascita
dell’ecologia, sparare sulla scienza e sulle sue colpe è diventato quasi una
moda.” L’Autore auspica quindi un ritorno ad una sensibilità
rinascimentale, in grado di coniugare ed equilibrare arte e scienza.
Il segreto è in una nuova apertura, nel saper guardare, nel
saper ‘tradurre’. Perché esistono davvero tante lingue, e non è bello negarsi
di comprenderle : “Una dimostrazione
matematica eseguita con eleganza - afferma il matematico e storico della
matematica Morris Klein - è una poesia in
tutto tranne che nella forma in cui è scritta.”
(Uscite già previste in ottobre, “La fisica di Star Trek” di
Lawrence M.Krauss, e “La scienza per tutti” di Robert M.Hazen e James Trefil. )
Rita
Guidi
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