già un nome. Il domani è
stato definito da qualcuno come ‘società dell’informazione’. Nessuna sorpresa, allora, che i ‘media’, da
supporto e veicolo della notizia ne
divengano protagonisti. Nessuna sorpresa
che fioriscano discorsi, riviste, saggi, sul mondo della comunicazione.
Un bel volume in proposito, tanto accessibile quanto accurato
e puntuale, è quello di Cesare Protettì, “Bit
e parole” (a cura di Roberto Liscia, per Gutemberg 2000)che sottotitola
opportunamente ‘giornali elettronici,
Internet, cd-rom, on-line, tv interattiva’.
E’ dunque un panorama di ciò che già esiste e di ciò che
potrebbe esistere nel mondo
dell’editoria, in conseguenza della rivoluzione informatica alla quale stiamo
assistendo.
Panorama nuovo, dunque, ma del quale Protettì vanta già una
buona esperienza: giornalista egli stesso dell’Ansa, e docente alla Scuola di
Giornalismo della Luiss di Roma, ha curato però anche il rapporto ANEE (Associazione Nazionale dell’Editoria
Elettronica) 1994 su ‘L’informazione
elettronica verso il 2000’. Un sunto
dell’indagine, con specifici riferimenti alla struttura e al mercato italiano,
è del resto riportato in calce al volume, quale sintetico ma significativo
completamento del discorso affrontato nei sei capitoli precedenti.
Capitoli di un cambiamento.
“Ci sono nuovi regnanti
nell’Impero dei Segni - scrive Giovanni Giovannini nella bella introduzione
- si chiamano bit...La scoperta della
stampa - riprende poi citando Fernand Cuvelier - ricorda più la scoperta di un continente sconosciuto che la scoperta di
un nuovo apporto scientifico. La stessa cosa accade per l’editoria
elettronica...”
Ed è un continente non solo inesplorato ma selvaggio,
verrebbe da aggiungere: ‘Nel Far West di Internet’ è infatti il titolo del
capitolo dedicato alla grande rete, il cui problema, come accadde agli
ottocenteschi pionieri dell’Ovest, sembra essere quello della libertà senza
legge. In Internet fioriscono pubblicazioni e si moltiplicano giornali
on-line. E allora ‘limitare’ (che per
qualcuno significa snaturare) e regolare? Governare, insomma, oltre a
potenziare questa crescita? I problemi economici e tecnici si intrecciano a
quelli legali ed etici. Ed è
improvvisamente giusto, se è vero quanto ha scritto qualcuno, e cioè che
l’informatica non riguarda solo i computer ma è un modo di vivere.
Come dire che, ci piaccia o no, ad esempio i quotidiani
(tradizionali, su carta) cambieranno - o più probabilmente si sdoppieranno (in
bit); come dire, ci piaccia o no, che
parole come cd-rom e multimedia entreranno non solo nell’uso
ma nell’utilizzo comune, e che dunque dovremo ‘impararli’.
E qui è il punto. Che una parola trasformata in bit non sia
evanescente, infinita superficie, ma sostanza.
Anche se forse, che questo non accada dipende solo da noi.
L’ottimista Giovannini ricorda, di nuovo nell’introduzione,
le parole di Carlo Bo : “L’uomo che legge
è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera
realtà : alle cose dobbiamo contrapporre le idee, agli oggetti i pensieri.”
Era giusto per le parole, lo sarà anche per i bit (?).
Rita
Guidi
Nessun commento:
Posta un commento